Iniziare con la lezione frontale significa far partire il processo di apprendimento presentando agli studenti delle conoscenze codificate su un determinato argomento disciplinare. Gli studenti sono chiamati in primo luogo a comprendere quel che viene trasmesso attraverso l’ascolto. Poi è chiesto loro di fare proprie queste conoscenze con lo studio e l’esercitazione individuali. Questo processo è stato ampiamente criticato dalla ricerca educativa perché accusato di uccidere la spontanea pulsione a scoprire e apprendere attivamente insita nella natura umana. Negando questa esperienza in prima persona si rischia di non attivare negli studenti quei processi cognitivi che consentono una reale comprensione.
L’impostazione didattica delineata sopra viene detta “deduttiva” perché procede dal generale al particolare. Di norma però il processo scientifico avviene in modo opposto, si parte dall’osservazione e dallo studio di uno o più casi per derivare leggi e principi, attraverso un procedimento che viene detto “induttivo”. Si può progettare e realizzare la didattica riproducendo questo processo conoscitivo. Si parte dall’analisi di singoli problemi per giungere a risolverli e ricavarne conoscenze sul dominio trattato: si attiva in tal modo un apprendimento basato sulla riscoperta delle conoscenze attraverso la problematizzazione degli ambiti disciplinari.
Delineiamo di seguito un ciclo di apprendimento-insegnamento flipped classroom:
- Lanciare la sfida. Il primo passo consiste nel cercare di attivare negli studenti l’interesse, la curiosità, il desiderio di conoscenza di uno specifico argomento. Questo passaggio è fondamentale perché non c’è apprendimento significativo senza coinvolgimento cognitivo ed emotivo degli allievi. Per l’insegnante si tratta perciò di problematizzare un tema, di trasporre i contenuti disciplinari da una forma espositiva, dimostrativa e risolutiva ad una dubitativa, ipotetica, il più possibile ancorata alla realtà, e lasciare agli studenti il compito di ideare e proporre una soluzione. Questa fase può svolgersi con modalità diverse e impegnare gli alunni fuori della scuola e prima della lezione, ma è anche possibile svolgerla in classe.
- Condurre la sfida. Si passa quindi alla fase nella quale gli studenti sono chiamati a mettere in atto, sia pur con forme e modalità adeguate alle loro capacità e al contesto, le strategie cognitive e le procedure di indagine proprie della disciplina oggetto dell’attività di apprendimento. Si tratta di sollecitare negli studenti quei processi di pensiero che sono alla base della costruzione delle conoscenze, esercitando il loro spirito critico, imparando a fare domande appropriate, a formulare ipotesi attendibili, a escogitare metodi per verificare le loro supposizioni. Questo si può attuare predisponendo un setting didattico che favorisca la ricerca d’informazioni, la riflessione profonda, il confronto fra pari, la sperimentazione sul campo. Generalmente questa fase prevede la produzione di materiali e documenti da parte degli alunni, individualmente o in gruppo, che saranno poi utili nella terza fase. In questa fase il docente assume il ruolo del tutor, del méntore che assiste ogni alunno in base alle sue specifiche esigenze, una competenza importante di ogni buon insegnante che qui diviene centrale.
- Chiudere la sfida. Il ciclo si completa con una fase di rielaborazione e valutazione. Si tratta di un processo collettivo di riflessione e confronto su quanto appreso condotto dal docente attraverso il coinvolgimento di tutta la classe. L’obiettivo è quello di chiarire, rendere espliciti e consolidare gli apprendimenti partendo dall’analisi dei lavori che gli studenti hanno realizzato nella seconda fase. Qui l’insegnante svolge la funzione di stimolo e di moderatore del confronto, di facilitatore dei processi di astrazione e di formalizzazione di quanto appreso. È in questa fase che prendono corpo in modo più articolato attività di valutazione, anche se esse, in realtà, permeano tutte le fasi come prassi formativa continua attraverso l’osservazione e l’annotazione dell’operosità degli studenti in contesto, la valutazione, individuale e di gruppo, dei loro prodotti, con pratiche di co- auto- valutazione da parte degli alunni, nonché attraverso attività valutative più tradizionali.
La pagina per pubblicare la propria unità di apprendimento contiene alcuni campi obbligatori e alcuni campi facoltativi. Sono obbligatori, per facilitarne la ricerca, i campi Titolo, Descrizione, Tipo di scuola (Liceo, Primaria…), Classe e Materia. E’ obbligatoria anche una immagine di copertina, meglio se rettangolare, al solo scopo di rendere più gradevole la presentazione delle unità di apprendimento in home page.
Consigliamo di allegare nell’apposito campo del modulo la propria unità di apprendimento dopo averla realizzata in un documento pdf, o in uno dei formati di testo, utilizzando il modello allegato che potete scaricare cliccando su questo link:
[stextbox id=”grey” mright=”100″ image=”null”]Modello per la realizzazione di unità di apprendimento[/stextbox]
Riportiamo qui sotto una descrizione dei campi che troverete nel modello con indicazioni di compilazione.
Dati informativi dell’unità di apprendimento (indicare nell’ordine il Titolo, il nome del Docente, il Tipo di scuola cui è rivolta (Liceo, Professionale…), la Materia, la Classe. |
Argomento curricolare: (indicare l’argomento curricolare che si vuole affrontare con approccio flipped classroom, esempi: la struttura particellare della materia, , il Congresso di Vienna, le equazioni lineari, ecc.) |
La Sfida. Come si attiva l’interesse e la motivazione degli allievi: (indicare come si intende stimolare l’interesse, la curiosità e coinvolgere gli allievi in modo da renderli parte attiva nella costruzione delle conoscenze indicate. Tipicamente ciò avviene lanciando una sfida che può consistere nel porre una domanda a cui rispondere, un problema da risolvere, una ricerca da effettuare, un caso da analizzare in modo coinvolgente e motivante.) |
Lancio della Sfida. Quali attività si svolgono prima o in apertura della lezione: (indicare se l’azione didattica proposta prevede attività preparatorie da svolgere prima della lezione d’aula. Ed esempio fruizione di risorse didattiche che costituiscano un quadro di riferimento, richiamino preconoscenze, attivino la curiosità oppure attività di verifica delle conoscenze già affrontate per mettere meglio a punto l’azione in classe. Indicare le risorse digitali eventualmente utilizzate quali LMS, video, presentazioni multimediali, testi…) |
Condurre la sfida. Quali attività si svolgono per rispondere alla sfida: (indicare le metodologie didattiche che si intendono utilizzare in classe: lezione dialogata, lavoro di gruppo, apprendimento fra pari, studio individuale per consentire agli allievi di rispondere alla sfida proposta e costruire attivamente le conoscenze richieste, indicando anche diverse metodologie e più fasi successive.) |
Chiusura della sfida. Quali attività di verifica degli apprendimenti concludono l’attività didattica: (indicare quali attività di sistematizzazione degli apprendimenti concludono l’attività, e quali metodologie e strumenti di valutazione formativa e sommativa si ritiene di dover attuare per verificare e consolidare gli apprendimenti e promuovere lo sviluppo di competenze. Tipicamente ciò avviene tramite metodi di valutazione autentica. Esplicitare le tipologie di prova.) |
In che modo l’approccio proposto differisce da quello tradizionale? (indicare i vantaggi dell’approccio scelto rispetto all’approccio tradizionale e mettere in luce le differenze con particolare riferimento all’argomento curricolare scelto.) |