Un matrimonio da sviluppare

Questo tipo di approccio non è completamente diverso da quello che ho adottato fino a questo momento a scuola, almeno in termini generali,  adesso riesco ad essere più preciso nelle definizioni dei metodi che intendo usare  soprattutto sono in grado di ricercare e approfondire strategie specifiche legate al tema da mettere a fuoco.

Vorrei però sottolineare che la scuola italiana contemporanea non è solo trasmissiva, ogni docente è un essere umano che cerca in ogni modo di entrare in contatto con i ragazzi, cerca di tenere vive le motivazioni, spinge al miglioramento, lo fa ogni mattina nel momento in cui entra in classe e ogni sera in cui prepara i materiali per il giorno dopo.

Di recente ho proposto la video lezione sulla flipped classroom nella mailing list che condividiamo con altri docenti e, dopo una prima fase di non comprensione con immancabile presa in giro del termine anglofono si è creato dibattito e ho avuto piacevoli incontri con colleghi interessati all’argomento; ma una collega mi ha anche detto: “ mi sa che gli accademici pensano che la scuola italiana sia ferma agli anni cinquanta”, ed è un po’ la sensazione che certe volte ho avuto durante il corso.

Ritornando all’analisi dell’approccio, un aspetto che ritengo fondamentale riguarda la condivisione degli obiettivi e del processo valutativo con gli studenti, questo è sicuramente l’aspetto che più di ogni altro ho cercato di approfondire fino ad oggi. Capire il perché delle valutazioni, essere coinvolti nel processo valutativo dei compagni aiuta senza dubbio a capire il proprio agire,  il proprio livello di comprensione degli argomenti, e spinge al miglioramento continuo.

Per quanto riguarda la flipped classroom è senza dubbio una bellissima idea, anche se la produzione del materiale da distribuire on line rappresenta un impegno gravoso, pur gratificante; ho volutamente provato, durante questa esperienza del TFA a produrre materiale didattico immediatamente utilizzabile, per rendermi conto dei tempi e dell’impegno che comporta, devo dire che è molto faticoso, forse troppo, perché sottrae tempo ad altre cose comunque importanti, non rimane che valutare i pro e i contro. La problematica si ridurrebbe notevolmente se gli studenti conoscessero la lingua inglese a un livello che consentisse loro di fruire dei contenuti già presenti on line, cosa che purtroppo nel mio caso specifico vale per un unico caso su 40 studenti, per tutti gli altri occorre produrre materiale specifico in lingua italiana.

La costruzione della presente unità didattica è stato il vero punto di forza di tutto il lavoro, un lavoro che deve portare alla messa a punto di una strategia che parta dalle motivazioni, dalle emozioni, passi dall’apprendimento dei contenuti e arrivi all’essere in grado di fare con consapevolezza dei propri mezzi.

Penso che la parole chiave di tutto il lavoro sia comunque strategia didattica personale, del singolo docente per la propria materia, per i propri studenti in quello specifico anno scolastico, variabile, mutante, adattabile al contesto.

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