Solitamente il concetto di ciclo di vita è affrontato con un breve paragrafo nei libri di testo, approccio che molto spesso non riesce a fare apprezzare l’importanza e la vastità dell’argomento. In particolare il tema è in genere associato ad argomenti molto generali come “i rifiuti”; applicarlo ad oggetti che usiamo tutti i giorni lo rende più vicino e reale e crea il coinvolgimento dello studente, sfidato a capire che materiali sono nascosti in un prodotto che utilizza magari quotidianamente.
L’attivazione dell’interesse degli studenti avviene chiedendo loro di unire un’azione di certo fatta molte volte (smontare un oggetto per vedere come è fatto) ad una meno comune (constatare che i materiali che lo compongono sono numerosi e di diversa natura), sommando il tutto alla curiosità verso immagini ad alto impatto visivo che mostrano in modo nuovo degli oggetti conosciuti.
Con l’approccio flipped i ragazzi sono incuriositi dalla sfida e sono guidati nel produrre dei contenuti in modo attivo, diventando così i costruttori del proprio apprendimento grazie all’approccio guided reciprocal peer questioning.
lo scambio di opinioni in classe, inoltre, è guidato e generativo poiché permette di fare emergere le problematiche più interessanti e consente di integrare eventuali lacune o correggere inesattezze.
Nella fase di elaborazione i ragazzi possiedono le competenze e le conoscenze per costruire in modo organico e completo il ciclo di vita dell’oggetto scelto perché, oltre ad averne già analizzato uno, conoscono il lavoro svolto dai compagni, nel quale sono emerse problematiche diverse dal proprio.
Appendere in classe le mappe con la foto è inoltre un modo per far si che la riflessione possa andare oltre il termine dell’attività svolta in classe e possa generare ulteriore curiosità.