Accendi una luce!

Rispetto all’approccio tradizionale, in cui ragazzi assistono ad una lezione frontale o guardano un’altra persona dimostrare un esperimento, con questa metodologia, sono loro stessi invitati a costruire la loro conoscenza, discriminare le informazioni utili e sperimentare in prima persona un’invenzione. Diventano così protagonisti e responsabili del loro apprendimento.

Nella prima parte dell’unità di apprendimento viene applicata una metodologia simile alla Learning Together in cui gli allievi in gruppo discutono e costruiscono prima uno schema di sintesi delle informazioni utili e successivamente un prodotto collettivo.

Nella seconda parte dell’UdA viene utilizzata la metodologia della Peer Instruction, apportando al metodo di Eric Mazur alcune modifiche: gli alunni sono chiamati a confrontarsi in piccoli gruppi sui risultati ottenuti durante la sfida, seguendo la scaletta indicata dall’insegnante, in modo da consolidare i concetti generali. È stata inoltre sostituita la breve introduzione da parte dell’insegnante, con lo svolgimento della prima parte dell’UdA.

Un altro aspetto positivo di questa tipologia di UdA, che differisce dalla classica lezione frontale, è il fatto di “ricreare” l’invenzione, è vero che gli alunni possono trovare in internet le istruzioni dettagliate su come costruire le pile, ma il fatto di ritrovarsi nella scatola materiali leggermente diversi da quelli che trovano nei video o negli articoli proposti loro dall’insegnante e il fatto di avere poco tempo per poter costruire il prodotto richiesto, li costringe a trovare soluzioni alternative e soprattutto capire con esattezza come funziona l’apparecchio che devono realizzare, immedesimandosi un po’ nell’inventore originale.

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